Questo non lo potevo fare anch’io, e invece…

Beatrice Borgomastro

Spiegare a dei bambini il sottovalutato mondo dell’arte contemporanea, un mondo in cui l’estetica delle opere d’arte lascia il posto al significato, alla provocazione e all’ideologia retrostante ognuna di esse; questo è stato richiesto durante l’esperienza di alternanza scuola lavoro presso il Castello di Rivoli, proposta a noi alunni della terza classico.
COPERTINA

Interfacciarsi con il mondo del lavoro

Come descrivere quest’esperienza? Respirare l’aria del museo e vivere in questa strana atmosfera quasi al di fuori del tempo e dello spazio, dove lasciarsi stupire dalla genialità degli artisti. In questo magico contesto, abbiamo potuto assaporare un po’ il gusto, dolce e amaro, della vita lavorativa, e le vari conseguenti responsabilità: il dover rispettare le scadenze, gli orari, il doversi mettere continuamente in gioco accettando le critiche e traendone insegnamento. Siamo stati immersi in un mondo in cui dietro a tutte queste opere, diverse personalità collaborano per rendere possibile un progetto comune: la trasmissione dell’arte contemporanea e il veicolare le idee degli artisti in una cornice storica unica, che è il Castello di Rivoli. Ho potuto osservare all’interno di questo contesto lavorativo elitario la soddisfazione di lavoratori che ogni mattina si alzano, contenti di ciò che faranno durante il giorno e questo mi ha trasmesso tanta serenità riguardo ad un argomento che invece spaventa molto: il futuro di noi giovani nel mondo del lavoro in Italia. Oltre a godere della possibilità di vedere ripetutamente tutti i capolavori della collezione permanente del museo, abbiamo anche potuto fare ricerca sulle opere da noi scelte nella biblioteca molto fornita presente nella Manica Lunga, parte del complesso. Infine, sono arrivati loro: i bambini, gli alunni di quinta elementare del nostro istituto, ma questa volta eravamo noi le guide. Però, per spiegare l’arte contemporanea a loro, prima abbiamo dovuto scoprirla noi.

Scoprire l’arte contemporanea; tra estetica e provocazione

L’arte contemporanea si discosta molto dalla concezione di arte che ancora molti hanno: la creazione di opere belle. Questo movimento artistico, invece, va oltre tutto ciò, e si occupa di qualcosa di molto più profondo dell’estetica; si interessa delle persone e delle loro emozioni. Il suo obiettivo non è quello di farsi contemplare per la sua bellezza, ma quello di suscitare nell’osservatore una reazione, che sia paura, disgusto, o semplice stranezza, provocata attraverso l’inserimento di elementi di disturbo in contesti altri rispetto all’opera stessa. Come fa un cavallo appeso al soffitto ad essere un’opera d’arte? Perché dipingere un pianoforte, che non si può toccare, e neanche suonare? Perché riempire una sala con foglie d’alloro? Perché inchiodare le mani di un bimbo al suo banco di scuola? Come può tutto questo essere arte? La risposta è molto semplice: è proprio perché tutto ciò fa sorgere delle domande negli osservatori che è considerato arte. Questo è quello che Francesco Bonami vuole farci capire con il suo libro “Lo potevo fare anch’io”.

Interagire con un pubblico “speciale”

Tutti questi problemi in realtà i bambini non se li pongono, anzi ho potuto constatare che per loro la bellezza non è una caratteristica determinante nella connotazione dell’opera d’arte in quanto tale. Pur essendo i giudici più spietati, perché sinceri e senza veli, i bambini esprimono la loro personale opinione di disprezzo o consenso, senza però permettersi di giudicare il lavoro degli altri, che anzi rispettano. Infatti, ciò che più mi ha colpito è la loro spontaneità e la semplicità con cui, nella loro completa ingenuità, si approcciano, in questo caso all’arte, ma in generale alla vita e riescono a cogliere gli aspetti più veri della realtà. Osservare il mondo dal loro punto di vista è una scoperta magica che purtroppo non tutti hanno più la capacità di saper apprezzare.
Ogni bambino è un’artista. Il problema è poi come rimanere un’artista quando si cresce
Pablo Picasso
Loro sono stati sicuramente il valore aggiunto di questa esperienza, perché anche se in alcuni casi è stato impegnativo controllare ogni loro movimento nel museo per accertarsi che non toccassero nulla o combinassero qualche disastro, è stato altrettanto soddisfacente vederli interessati al nostro lavoro; hanno ripagato il nostro impegno. Questa è stata la mia esperienza, ma sentiamo cosa hanno da raccontare i miei compagni di avventura…

Qual è stato l’aspetto più difficile di questa esperienza?

Non dimenticarsi le cose durante l’esposizione di fronte ai bambini, perché spesso l’ansia gioca brutti scherzi. 

Marta

Parlare in pubblico, perché mi sono sentita in un primo momento un po’ imbarazzata nel vedere così tanti bambini che ti fissano e che stanno attenti ad ogni minimo errore che potresti fare; avevo paura di sbagliare. Il pubblico dei bambini è diverso da quello adulto perché è curioso, è molto più attento e interviene di più, dicendo cose giuste, senza pensare che siano sbagliate.

Giulia

Interfacciarmi con i bambini perché non ci sono tanto abituato e poi spesso faccio paura anche se sono innocuo.

Edoardo

Qual è stata la reazione dei bambini che più ti ha stupito?

Vedere i loro occhietti sgranati davanti alle opere d’arte. Non pensavo che si interessassero così tanto perché rispetto alla mia quinta elementare, quindi parlo di una mia esperienza, me li aspettavo un po’ più infantili, invece sono stati molto attenti e questo mi ha fatto piacere.

Gaia

Io avevo un’opera speciale, per la quale i bambini dovevano annusare delle foglie e scoprire di che pianta si trattasse. La cosa che più mi ha stupito è stata la loro risposta immediata, subito che era l’alloro, cosa che io non sarei stata in grado di fare.

Giulia

Mi ha stupito il fatto che sono stati in grado di proporre considerazioni, che non mi sarei mai aspettata da dei bambini di quinta elementare.

Marta

Un bambino che aveva già visto in precedenza la mostra e mi ha guardato con una faccia un po’ di sfida.

Edoardo

Pensi che sia stata un’esperienza produttiva? Con quali aspetti del mondo del lavoro hai dovuto rapportarti?

Esperienza sicuramente positiva, però al livello lavorativo abbiamo in realtà dovuto applicare semplicemente le nostre competenze, nulla di difficile, o troppo diverso da quello che facciamo a scuola.

Flavio

Sì, è stata un’esperienza produttiva perché mi ha aiutato ad esercitarmi nell’esposizione e nel parlare davanti ad un pubblico anche più piccolo di me. Al livello lavorativo ho dovuto imparare ad entrare in contatto con realtà differenti e diverse concezioni, sia nel confrontarmi con le guide, ma anche nell’affrontare i bambini. 

Marta

È stato molto produttivo. È bello a volte variare un po’. Sono rimasto piacevolmente stupito, anche perché in realtà non mi aspettavo molto dall’alternanza scuola lavoro. Parlando dell’esperienza lavorativa ho sperimentato l’interazione tra chi lavora e il “cliente”, in questo caso i visitatori.

Edoardo

Dover affrontare un pubblico, ma in particolare un pubblico di bambini, forse più esigente. Perché molto spesso i bambini fanno delle domande fantasiose che non ti aspetti. Sicuramente quest’esperienza mi ha fatto maturare nello stare difronte ad un pubblico, una competenza che vorrei utilizzare anche nel mio futuro lavorativo.

Gaia

Cosa non ti scorderai di questa esperienza?

Un cavallo appeso ad un soffitto non credo che lo vedrò mai più nella mia vita. 

Omar

La scoperta dell’arte contemporanea, che non pensavo potesse colpirmi, ma in realtà lascia un segno più profondo rispetto all’arte classica, perché mi piace indagare e ricercare i significati nascosti dietro alle opere. E sicuramente la curiosità dei bambini.

Gaia

Novecento, il cavallo di Maurizio Cattelan, un’opera che non permette indifferenza. Marta
La scelta delle opere d’arte molto particolare, diversa dal solito. 

Giulia

Un bimbo che ha negato una cosa che ho detto. 

Edoardo

Credi che l’ASL sia un progetto valido nella formazione personale di noi studenti?

Sicuramente, perché ti immette nell’ambito lavorativo, che serve molto per la crescita personale e per staccarsi un po’ dal mondo scolastico, che sotto certi punti di vista è molto diverso.

Gaia

In alcuni casi sì, in altri no; dipende dalle esperienze. La nostra è stata valida, perché con le nostre competenze siamo riusciti a fare qualcosa che veramente si è avvicinato al mondo del lavoro. Invece, da altre esperienze che mi sono state raccontate da miei coetanei, non lo è stata.

Marta

Sì, è abbastanza valido, secondo me sono altre le cose necessarie da insegnare ai ragazzi per interfacciarsi con il mondo degli adulti, però è anche questo un tipo di approccio utile.

Edoardo

Dipende da che tipo di progetti vengono proposti. In particolare, dipende da ciò che gli studenti hanno intenzione di fare in futuro, e se le proposte rispecchiano gli interessi degli alunni, in quel cosa la validità è massima.

Omar

Cos’è per te un’opera d’arte?

Qualcosa che esprime un significato non apparente, ma che necessita riflessione per essere colto. Marta
È qualcosa che non appena lo guardi ti provoca stupore o un qualsiasi sentimento forte e può essere di vario tipo. 

Giulia

Un’opera d’arte è qualcosa che suscita emozioni, può essere in qualsiasi ambito, però è veramente difficile rispondere, preferisco lasciare la risposta a chi è più competente.

Flavio

Ciò che può sembrare privo di significato, ma che in fondo qualcosa ti lascia, dopo.

Edoardo

Qualcosa che può stupire per la sua bellezza e per la difficoltà nel crearla. 

Omar

È un qualcosa che provoca in me delle emozioni, che mi suscita ricordi. Può essere tutto un’opera d’arte; anche una canzone, il saper trasmettere un messaggio attraverso le parole, non deve essere per forza una scultura o un quadro.

Gaia

Venere degli stracci -Pistoletto
Venere degli stracci -Pistoletto

Beatrice Borgomastro

Il BlogNotes SaFa è un progetto di «cittadinanza attiva».

La redazione è composta da studenti della scuola. Dei Licei, per ora. Crescerà.

Sono gli alunni della scuola che si sono incontrati, hanno appreso le tecniche di scrittura per il web; hanno imparato i trucchi delle fotografie e della post-produzione di immagini; hanno preso atto che esiste una legge e una deontologia proprio perché esistono abusi e pericoli che si possono evitare.

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