C’è vita oltre la scuola
Gaia Sala
L’Italia è una nave in tempesta: l’equipaggio terrorizzato è privo di speranze, ignaro del futuro.
Unendo le forze, però, in modo da resistere alla furia delle onde, i marinai possono ancora farcela. Un “COLLABORIAMO!” si leva feroce tra le banchine: il capitano, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, incoraggia i suoi uomini a non mollare.
Tutto è iniziato circa 2 mesi fa. Al telegiornale iniziavano a circolare le prime notizie su una malattia che stava colpendo in modo aggressivo la Cina, il Coronavirus. Nessuno, però, si è fermato a riflettere anche solo per un secondo e gli Italiani hanno continuato la loro vita normalmente, non sapendo che ben presto quella normalità sarebbe stata sconvolta.
Sono arrivati i primi casi anche nel nostro paese: “Dai, cosa volete che sia?! È solo un’influenza!”.
Il numero è cresciuto mano a mano sempre di più: “Ma è solo allarmismo! Stasera discoteca?”.
Sono arrivati i primi morti: “Sono solo anziani che avevano già problemi di salute, non c’è da preoccuparsi!”.
Ma il numero non si fermava, cresceva, cresceva e cresceva. Solo allora qualcuno ha iniziato a manifestare i primi segni di preoccupazione.
Vacanze di Carnevale: finalmente mi riposo ed esco un po’ con i miei amici.
“Allarme Coronavirus in Italia: si pensa alla chiusura delle scuole.”
Prima reazione: “Ragazzi, non ci credo, sono troppo felice, saltiamo tutte le interrogazioni!!!”. Ammetto di aver esultato: in centro tutti i giorni, shopping, cene fuori…
Ma ho cambiato idea ben presto.
Messaggio del Presidente in diretta: “Le lezioni verranno riprese a partire dal 3 aprile”.
Mi sono sentita spaesata, preoccupata, confusa: la mia vita da adolescente è cambiata da quel momento.
La quotidianità non esiste più, o meglio: ha assunto aspetti nuovi e mai sperimentati. Sono chiusa in casa da 14 giorni: mi alzo, seguo le lezioni online, un po’ di ginnastica, televisione, letto. Mi mancano i miei amici: le risate, i pranzi insieme, addirittura le lezioni nella nostra classe. Non posso andare ad abbracciare i miei nonni, per la paura di trasmettere loro qualcosa. La mia casa è diventata il mio carcere, ma anche il mio rifugio nel mezzo di questa epidemia, che oserei chiamare guerra.
Gli schieramenti ci sono: mondo contro morbo. I morti, purtroppo, ci sono. Manca ancora il vincitore. Più che mai “L’unione fa la forza”: se ognuno nel suo piccolo, contribuisce a combattere, rispettando gli ordini dati, il Coronavirus avrà perso.
Gli Italiani sono quei marinai stremati, stanchi, fradici. Stanno resistendo, le forze cominciano a mancare e anche la speranza. All’improvviso, in lontananza, si staglia sul mare in burrasca un promontorio: la visione che tutti volevano avere. “Terra a ore 12! Terra a ore 12”. I loro cuori si rianimano: senza esitare, ognuno svolge il compito che gli spetta per portare in salvo se stesso e gli altri.
Dopo un po’ di remate, scendono dalla barca per affondare i piedi nella sabbia. La serenità si dipinge sui loro volti: tutto è finalmente finito.
La sera, intorno a un focolare, ogni marinaio condivide la lezione imparata dall’emergenza vissuta. È il turno del capitano: fino a quel momento era stato in silenzio, con gli occhi rivolti verso il basso, immerso nei suoi pensieri. Squadrando compagno per compagno, alzandosi fiero, con un sorriso enigmatico, risponde “La prossima volta resto a casa.”
Il BlogNotes SaFa è un progetto di «cittadinanza attiva».
La redazione è composta da studenti della scuola. Dei Licei, per ora. Crescerà.
Sono gli alunni della scuola che si sono incontrati, hanno appreso le tecniche di scrittura per il web; hanno imparato i trucchi delle fotografie e della post-produzione di immagini; hanno preso atto che esiste una legge e una deontologia proprio perché esistono abusi e pericoli che si possono evitare.