Natal(V)izi
(2^ parte)

Marta Cumino

Bizzarre identità natalizie di studenti e prof.

Gli studenti, in generale, sono più festaioli (e grazie tante, son sempre 15 giorni di vacanza, a chi non piacciono??) e non perdono occasione per manifestare tutto il loro entusiasmo natalizio…con qualche eccezione!

  • Elfo di Natale: dal 1° dicembre inaugura lo “spirito delle feste” addobbando l’aula con alberi di Natale e improbabili pupazzi di neve; se potesse, indosserebbe ogni giorno maglioni rossi e verdi con renne dai nasi luminosi. Nemmeno l’inverosimile rapporto tra numero di verifiche e giorni di lezione può abbattere la sua allegria. Qualche volta, sovrappensiero, canta motivetti natalizi. Anche durante le lezioni. E finisce a fischiettarli dalla Beltramini.
  • Omino di pan di zenzero: pregusta per tutto l’anno il Natale…i pranzi di Natale, i dolci di Natale, i brindisi di Natale…che per lui cominciano dal 1° dicembre! Da quel momento, alla prima ora dorme sul banco per riprendersi dalle cene con famiglia, amici e parenti da giù, da su e da tutti i territori del Regno. Nelle ultime settimane, il lunedì è assente fisso per indigestione, ma negli altri giorni porta avanzi di dolci che bastano a sfamare tutta la scuola: nell’intervallo, la coda che normalmente si forma davanti da Gigliola è dirottata verso il suo banco per la distribuzione di massa.
  • Angioletto del presepe: nella sua ingenuità un po’ naif pensa che proprio tutti siano tenuti a comportarsi meglio e a essere più buoni durante le Feste. Confessa candidamente di credere ancora in Babbo Natale alla soglia dei 18 anni, e che sarà lui a fargli trovare la soluzione del compito di Mate sotto l’albero. Così non sa proprio spiegarsi perché il professore non abbia avuto pazienza di aspettare la Vigilia e abbia scritto quel brutto 3 sul foglio protocollo! Ma a Natale non si ricevevano regali??
  • Cassiere di Monopoli: l’allenamento negli interminabili giochi da tavolo ai pranzi di famiglia lo ha reso un infaticabile calcolatore. Sa esattamente quanti minuti manchino all’ultima campanella (“Ah, il 20 si esce prima: sottrarre 2 ore dal conto!”) e quanti decimi gli servano per raggiungere la sufficienza di Latino (“Prof., ma 5.75 con 5 periodico è 6, vero?!”). Sa quanti energy drink dovrà bere per riuscire a studiare tutte le pagine di Storia in una notte e di quanti millimetri potrà essere la scrittura sui bigliettini perché la prof. dalla cattedra non se ne accorga. Conteggia e dosa ogni briciola di energia fino all’ultimo istante, poi spegne la calcolatrice… “Ma scusate, com’è che siamo già al 7 gennaio???”
  • Il Bianco Natale: le notti insonni passate sui libri hanno trasformato il suo viso in una tela di Fontana, la carnagione pallida fa invidia alla candida neve e le occhiaie sono giorno dopo giorno sempre più profonde. Passa tutti i momenti liberi a ripassare e ripetere e ogni mattina lo trovi puntualissimo alle macchinette con un caffè in una mano e nell’altra libri, quaderni, appunti, schemi… una nota colorata sono le numerose sottolineature che lasciano traccia della prima lettura, della seconda lettura, della terza lettura, della prima volta che ha ripetuto, della seconda volta che ha ripetuto, della terza volta che ha ripetuto, del primo ripasso, del secondo ripasso… Anche lui non vede l’ora che arrivino le 12.00 di venerdì, ma solo per poter andare a casa e dormire per 17 giorni di fila.
  • Grinch: fa parte di quella ristretta categoria che detesta il Natale sinceramente, tanto da non gioire nemmeno al pensiero della scuola chiusa per due settimane. Il clima natalizio lo infastidisce: durante tutta l’ultima settimana non si lava per evitare gli abbracci di gruppo al suono della campanella finale. Nell’intervallo non esce dall’aula per non essere coinvolto in festeggiamenti improvvisati. L’unico da cui si sente compreso è il Prof. Scrooge…la stima vacilla solo davanti al sadico sorriso per quel 3 di versione all’ultima ora di venerdì 20 dicembre, ma poi comprende: il Natale non è mica una valida ragione per essere clementi!

Insomma, sotto Natale, che tu sia un prof. o uno studente, dovrai guadagnarti con il sudore ogni singolo “tic tac” dell’orologio, facendo attenzione agli strani natal(v)izi tuoi e di chi ti circonda. Ma c’è una certezza a sorreggerti: pochi suoni ti daranno gioia nella vita come quell’ultima campanella del venerdì…e questa sensazione è la stessa, che tu ti trovi dall’uno o dall’altro lato della cattedra!

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