Uno dei personaggi più prominenti nell’arte greca e successiva, in quanto a modello per eccellenza di forza, virilità ed eroismo, nel quale molti potenti si identificheranno.
Le sue rappresentazioni possono passare per semplici decorazioni, ruolo che in effetti ricoprono spesso come ad esempio nel “Ercole e la cerva di Cerinea”, una statua molto dettagliata e realistica, che si limita a fungere da decorazione di una fontana. Ciò nonostante, data la sua influenza sulla cultura popolare spesso queste rappresentazioni hanno significati specifici:
Nel periodo classico era considerato uno dei simboli della Grecia e di conseguenza era onnipresente in ogni forma di arte, che fosse statuaria, vascolare o letteraria le sue imprese e la sua invincibilità sono la spiegazione che i Greci davano alla conquista di determinati territori in un passato recondito e molti imperatori romani, si paragonavano ad Ercole per incutere timore e rispetto, Commodo in particolare si fece scolpire con le sembianze dell’eroe.
Nel Medioevo, così come il resto della cultura pagana, viene praticamente dimenticato, anche se certi teologi e, di conseguenza, certi artisti lo paragonavano al Cristo Redentore per poter collegare in un qualche modo religione Cristiana e pagana.
Nel rinascimento tornerà in auge come simbolo di forza, e lo vediamo rappresentato su molti cammei o amuleti portafortuna e su armature da cerimonia. Viene spesso dipinto per rappresentare dei sovrani come in epoca romana, ad esempio Carlo di Borbone, più frequentemente vengono trattati episodi delle sue fatiche o di altri miti che lo vedono come protagonista, ad esempio nel “Ercole a bivio”, di Pompeo Batoni, che è una metafora per la scelta tra vizio e virtù.
In fine in epoca contemporanea è spesso protagonista di film insieme ad altri episodi e personaggi della cultura classica.
Nonostante la mia totale incapacità critica in campo artistico, dati i concetti più diretti di questa mostra, quali l’aura di possenza che la figura Ercole trasmette, non ho avuto problemi nell’apprezzare queste opere.
Questa mostra, anche se mi ha colpito fin da subito per la tecnica e le immagini catturate, è stata più difficile da comprendere a pieno.
Erwitt ha trascorso buona parte della sua vita a scattare fotografie, che fosse per passione o, più tardi nella vita, per lavoro, i suoi soggetti non sono mai banali. Per Erwitt la fotografia è più un estensione della sua vita che un suo hobby, non a caso i temi catturati dalle sue foto non sono solo cose considerate belle o particolari, ma che sono belle per lui, come i cani, per i quali ha avuto sempre una grande passione, e
Marilyn Monroe, con la quale si sospetta abbia avuto un relazione.
A sottolineare il suo rapporto con la fotografia separa le foto prese per lavoro da quelle prese per passione, le prime sono sempre a colori, le seconde sono sempre in bianco e nero, senza però perdere la sua essenza in quelle prese per lavoro.
Dei suoi scatti personali mi hanno colpito in personale quelle che trattavano della condizione negativa dei ceti più poveri negli Stati Uniti, in particolare quella nella quale un bambino si punta un revolver alla testa sorridendo, e quella che rappresentava gli abbeveratoi separati per le persone di colore.
Per quanto riguarda le sue foto a colori, oltre a quelle nelle quali si cala nei panni del suo alter ego André S. Solidor nelle quali mi identifico un po’ anche io per il loro eccentricismo, sono rimasto impressionato da uno scatto nel quale ha catturato i volti dei giudici ad una sfilata di moda: inizialmente questa foto non mi comunicava nulla ma in seguito mi è stato fatto notare che fotografando i giudici al posto delle modelle andava a sovvertire le aspettative, proprio perché Erwitt cerca sempre soggetti peculiari.
Questa mostra in particolare è stata positiva per me, a prescindere della mia freddezza per l’arte, perché mi ha fatto riflettere profondamente sul significato dell’arte per la prima volta.
Marta Benvenuti
Il BlogNotes SaFa è un progetto di «cittadinanza attiva».
La redazione è composta da studenti della scuola. Dei Licei, per ora. Crescerà.
Sono gli alunni della scuola che si sono incontrati, hanno appreso le tecniche di scrittura per il web; hanno imparato i trucchi delle fotografie e della post-produzione di immagini; hanno preso atto che esiste una legge e una deontologia proprio perché esistono abusi e pericoli che si possono evitare.