Il pensiero del mese

Dicembre 2020: UMANITÀ

Edoardo Valente

Umanità

Una parola al mese.
Vivere ogni mese, settimana e giorno per ciò che è: parte di qualcosa di più grande.

Umanità, da humanitas: oltre che l’insieme di esseri umani che popolano la Terra, indica anche una condizione, che è la condizione umana, quella che per natura ci dovrebbe appartenere.

In questo mese si è sentito spesso che è nostro dovere preservare tante cose: la salute fisica, la salute mentale, l’economia, la socialità, ma non, nello specifico, l’umanità. Ma in che cosa consiste di preciso questa umanità? Non fa parte della socialità? In realtà, perché si produca socialità basta trovarsi all’interno di una società, come avviene per tutti noi. Forse, quando ci viene chiesto di preservare la nostra socialità, si intende quella particolare caratteristica che fa da collante tra tutti noi esseri umani e che non può che essere l’umanità. I contorni di questo termine rimangono però ancora confusi.

Se, però, l’umanità è la nostra caratteristica specifica, non dovrebbe essere innata in noi?

Credo che, per quanto possa sembrare controintuitivo, è la socialità che nasce in noi spontaneamente, poiché si può riscontrare come tendenza istintiva del mondo animale, mentre l’umanità va sviluppata. E come? Dando valore a ciò che è umano.

Probabilmente vi sarà capitato di vedere quegli strani francobolli che tappezzano i vostri schermi, a volte sono agitati, a volte statici, altre ancora sono solo lettere: ecco, tutti loro sono umani. Probabilmente vi sarà capitato di usufruire di qualche servizio, di acquistare qualche prodotto: ecco, dietro quel servizio e quel prodotto ci sono degli umani. Probabilmente vi sarà capitato di vedere, da qualche parte, in giro per casa, un’immagine riflessa che vi guarda e che non comprendete: ecco, anche quello è un umano.

Capisco, però, che la maggior parte delle volte possa essere difficile riconoscere queste immagini come espressioni dell’umano, molto spesso è arduo prenderne coscienza: sembrano tutte così distanti da noi. E ciò che non è umano o è orribile o è perfetto; per questo si inizia a ragionare per risultati, estraendo ciò che vediamo dal percorso esistenziale che lo ha reso tale.

Non sentiamo alcun trasporto emotivo per ciò che vediamo, ma resta distante.

Eppure, basterebbe così poco per dare nuovamente valore all’umano. Ed è un valore estremante essenziale per la nostra vita, poiché non considerare l’umanità degli altri significa perdere la propria. Ma forse ancora non è chiaro che cosa sia questa umanità: essa è il di più che c’è in ogni cosa, è l’elemento grazie al quale le azioni compiute da un essere umano acquistano un significato per sé e per gli altri. L’umanità è comprendere gli altri comprendendo se stessi, comportamento che va al di là del semplice intrattenere o meno rapporti sociali. Come già detto, dalla società non si può fuggire, mentre l’umanità è una scelta, un atteggiamento che si può decidere di attuare o di non attuare. Tutti noi abbiamo questa predisposizione, ma, metterla in pratica richiede qualcosa di più: è in quel momento, nel momento del di più, che appare l’umanità.

Come sappiamo, l’essere umano è sopravvissuto a tanto e ancora sopravvive e sopravvivrà; quindi, ciò che non può morire, ciò che non va dimenticato è la nostra umanità come stato d’essere. Partendo dalle piccole cose, dalle piccole azioni, dalla prima consapevolezza di sé, si giunge ad una più ampia comprensione, in cui si realizza una connessione con tutto ciò che si è riusciti a riconoscere come umano. E una volta riconosciuto, non si potrà non portarlo alla sopravvivenza.

Sarebbe davvero triste essere un’umanità senza umanità.

Il BlogNotes SaFa è un progetto di «cittadinanza attiva».

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Sono gli alunni della scuola che si sono incontrati, hanno appreso le tecniche di scrittura per il web; hanno imparato i trucchi delle fotografie e della post-produzione di immagini; hanno preso atto che esiste una legge e una deontologia proprio perché esistono abusi e pericoli che si possono evitare.

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