Ti dico la mia
Lavinia Bottero
Vivere ai confini del mondo, vivere al suono di uno schiocco di dita – anzi, due –, vivere dell’umorismo nero vissuto dalla vita stessa; più semplicemente: famiglia Addams.
0001, Cemetery Lane: qui si acquieta la lugubre dimora dell’aberrante famiglia, composta da Gomez e dalla sua dolce consorte Morticia, dai figli Mercoledì e Pugsley, dallo zio Fester, dalla nonna (soprannominata ‘mammà’), e dal maggiordomo Lurch. Ah! Per non dimenticare Mano, una… mano.
Chi mai non ha udito pronunciare il loro nome, anzi, il loro cognome, almeno una volta? Dal 1964, è una famiglia conosciuta per la sua stravagante inquietudine e per i suoi astrusi modi di fare. Ma chi mai, osservandola, si è dedicato ad un’analisi più profonda di essa? Chi mai ha provato ad ammirarla, a rappresentarla come un simbolo, a comprenderne i personaggi e a pensare anche per un solo momento: “Accidenti, quanto vorrei essere come loro!”. Ma andiamo con ordine.
Il concetto che maggiormente fiorisce, quando si parla di Addams, è quello della normalità. Di fronte al comportamento degli Addams stessi, consideriamo “normale” il nostro, perché, insomma, chi abiterebbe mai in una casa collocata nei pressi di un cimitero, degustando una torta di ali di pipistrello e bevendo un succo al sapore di sangue di civetta? Dunque, siamo soliti etichettarli con l’appellativo di a-normali; questo perché il loro stesso modo di vivere risulta fuori dall’ordinario. Eppure gli Addams, cittadini del nostro medesimo pianeta – forse pianeta, ma non mondo –, di fronte al comportamento di noi stessi, considerano “normale” il loro, perché, insomma, chi abiterebbe mai in un condominio stanziato in prossimità di un esteso parco di un verde smagliante e pieno di profumati fiori appena sbocciati, degustando un bel piatto di pasta alla carbonara e bevendo un bicchiere di acqua fresca? Perciò, per gli Addams, le persone fuori dall’ordinario siamo noi.
Esiste, pertanto, la normalità? Perché essere ‘fuori dall’ordinario’ significa essere fuori dal comune, che è assai diverso dall’essere ‘fuori dalla normalità’. D’altronde, è comune per noi ciò che rappresenta la quotidianità, mentre è normale per noi ciò che rappresenta noi stessi. E ognuno di noi porta caratteristiche che lo rendono unico e inimitabile, così come la sua normalità. Dunque, alla domanda “esiste, pertanto, la normalità?”, la risposta è no: esiste una normalità, quella che il singolo individuo si costruisce; non esiste la normalità.
Questa perla filosofica ci permette di introdurre ed esprimere il secondo concetto che germoglia quando si parla di Addams: il coraggio. Ecco la sostanziale differenza che separa ‘il mondo Addams’ e ‘il mondo nostro’ (ancora per poco). Quante volte vorremmo gridare, danzare sulle nostre note, compiere una determinata azione, ma questo irresistibile sentimento ci viene strappato dalla paura di sembrare a-normali, e, di conseguenza, dal timore di essere giudicati? Ci manca dunque, in questo caso, quel briciolo di coraggio che ci permetterebbe di librarci accanto alla nostra volontà. Per fortuna, abbiamo poco fa appurato come la normalità non esista, e, se non esiste la normalità, allora non può esistere nemmeno l’a-normalità, e con lei quei possibili giudizi, che, alla fine, non rappresentano altro che futili ed insignificanti opinioni che non hanno alcun valore effettivo, o, perlomeno, che non valgono tanto da poterci impedire di gridare, di danzare dove vogliamo danzare, di compiere quella determinata azione, di essere come vogliamo essere nel profondo del nostro animo. Ma questo gli Addams lo hanno già capito da tempo! Pertanto, nulla al mondo potrebbe mai frenarli dal vivere come piace a loro, ‘fuori dall’ordinario’, e, per entrare nello specifico, ‘al contrario’. Al contrario, sì, proprio così. Basti pensare che quando Gomez e Morticia si sono sposati, il sacerdote ha sentenziato: “Vi auguro di vivere per sempre infelici e scontenti!”; oppure, dopo un lungo giorno di lezioni, Mercoledì e Pugsley attendono la quotidiana domanda del padre: “Allora, figlioli, tutto male a scuola?”; o ancora, la mamma rimprovera i bambini che, la notte, stanno facendo una passeggiata al cimitero enunciando: “Ragazzi, dove credete di andare con quei cappotti addosso? Così facendo non prenderete nemmeno un po’ di freddo, toglieteveli immediatamente!”. Maniera affascinante di vivere, non è vero? Ad ogni modo, alla famiglia Addams il coraggio per essere se stessa non manca affatto, perché ha compreso che il segreto della libertà è proprio il coraggio.
Cari lettori, se mi avete ascoltata fino a qui, sono sicura che inizierete a guardare la famiglia Addams con un occhio di riguardo… e invece di affermare: “Accidenti, quanto sono strani!”, dichiarerete con fermezza: “Accidenti, quanto vorrei essere come loro!”.
Ora che ‘il mondo Addams’ e ‘il mondo nostro’ si possono finalmente unire, si mostrino senza sgomento la volontà e la normalità che rendono speciale ogni essere umano!
E, sotto sotto, sono convinta che in ognuno di noi si nasconda un Addams.
Comunque io, a braccetto con Lavinia Addams, sto andando a gridare al mondo chi sono… e voi?
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