Gloria Marchi
Dal 1 febbraio, la Palazzina di Caccia di Stupinigi ospita una mostra dedicata a una delle donne più forti, tenaci, determinate, coraggiose, interessanti del ‘900.
L’occhio esperto, attento e innamorato di uno dei maggiori fotografi degli anni 30 ci permette non solo di apprezzare quest’artista diventata simbolo del femminismo e icona del Messico, ma sembra guidarci dentro la sua anima travagliata, desiderosa di amore incondizionato, fragile e tormentata da troppi dolori e sofferenze.
Le foto che la ritraggono con Diego raccontano la storia d’amore intensa e turbolenta tra la farfalla e l’elefante. I primi piani inquadrano e sottolineano il folto sopracciglio e i baffi che Frida porta con orgoglio per sottolineare le sue radici. La voglia e la capacità del fotografo di sperimentare tecniche nuove (fu uno dei principali interpreti della fotografia a colori) ci offrono la possibilità di cogliere le tinte sgargianti degli abiti tipici messicani che l’artista amava indossare e che sono simbolo della sua vitalità e libertà.
Il fotografo, amico e amante (uno dei tanti, ma forse l’unico di cui fosse davvero innamorata), riesce inoltre a cogliere e a trasmettere un lato più intimo di Frida. Le fotografie immortalano i tanti stati d’animo che hanno caratterizzato la sua vita, catturando sguardi intensi, amorevoli, carichi di intelligenza e ironia che però nascondono, sempre meno col passare del tempo, una profonda e costante sofferenza.
Introduce questa collezione di sessanta fotografie un breve video che prova a far rivivere allo spettatore il terribile incidente che coinvolse Frida il 17 settembre del 1925. Incidente che avrebbe potuto annientarla non solo dal punto di vista fisico ma anche psichico; incidente che, invece, le consente di esprimere, attraverso l’arte che diventa terapeutica, tutte le sfaccettature e i colori della sua incredibile vita.
Sono anche esposte alcune lettere d’amore indirizzate al suo Nick, la ricostruzione del letto a baldacchino dove iniziò a dipingere per sopportare e superare il lungo periodo in cui fu costretta a letto; conclude la mostra l’esposizione di alcuni suoi abiti.
Per chi non conoscesse la biografia dell’artista messicana, un documentario di quasi un’ora racconta gli aspetti più significativi della sua vita e sottolinea i tratti più interessanti della sua personalità umana e artistica, profondamente plasmata dal dolore fisico provocato dall’incidente e da quello emotivo, dovuto ai tanti tradimenti di Diego e alla mancata maternità. È Frida stessa ad ammettere “Ho subito due gravi incidenti nella vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego”.
Per saperne di più:
Il BlogNotes SaFa è un progetto di «cittadinanza attiva».
La redazione è composta da studenti della scuola. Dei Licei, per ora. Crescerà.
Sono gli alunni della scuola che si sono incontrati, hanno appreso le tecniche di scrittura per il web; hanno imparato i trucchi delle fotografie e della post-produzione di immagini; hanno preso atto che esiste una legge e una deontologia proprio perché esistono abusi e pericoli che si possono evitare.